mercoledì 20 dicembre 2017

Vedo gente pazza allenare ragazzi

Ci sono uomini sprovvisti di neuroni e così pericolosi da un punto di vista educativo, che non dovrebbero neanche passare vicino a un campo di calcio, invece te li ritrovi ad allenare una squadra di adolescenti. 
Ne ho incontrato uno la scorsa domenica, quando la Soccer Kids di mio figlio ha disputato una partita amichevole con una squadra mista di ragazzi di due anni più grandi. Fisicamente la differenza si è vista tutta, anche perché alcuni giocatori erano veramente il doppio in altezza. Nonostante ciò, non sono riusciti a dominare il gioco. La Soccer ha tenuto bene e anzi ha rischiato di vincere. La partita è terminata con un pareggio, 2 a 2. 
Il problema è stato il mister della squadra avversaria, un uomo di circa 40 anni, fisico atletico e una voce da tenore. Ha urlato tutto il tempo contro i suoi ragazzi, spesso offendendoli, bestemmiando, tirando calci a destra e a manca comprese le borracce che sono volate via. Nell'intervallo si è avvicinato al suo numero 5, un ragazzone di 1.90 con i capelli cortissimi e occhi così piccoli e neri da sembrare due bottoni. 
«Sei un povero idiota, un buono al nulla, uno che non può giocare a calcio. - gli ha gridato - Non puoi permettere a un giocatore che ti arriva alle ginocchia di non farti vedere la palla. È chiaro che devi cambiare, andartene via. Fai schifo. Hai fatto cagare. Vergognati. Non farti più vedere». 
L’animale ha chiuso la sua bocca solo quando l’arbitro ha invitato le squadre a rientrare in campo. Ho avuto la fortissima tentazione di avvicinarmi alla panchina per prendere le difese del ragazzo, di fermare quell'imbecille. 
Mi sono chiesto come la sua società possa permettere simili comportamenti. Come i genitori possano fare finta di niente. Aggredire psicologicamente un adolescente, che sta già attraversando una delicata fase di crescita, è da grandi irresponsabili, a prescindere. Poi se si aggiunge che proprio il numero 5 non aveva giocato male, il tizio è da manicomio criminale. (continua)

mercoledì 13 dicembre 2017

Educhiamo gli adulti ad essere responsabili

Sono Greg, il papà di un ragazzo che gioca a calcio. Vi ho raccontato più volte storie ai confini del grottesco sul mondo del calcio giovanile, con la speranza che prima o poi qualcosa cambi a vantaggio dei ragazzi, magari attraverso interventi decisi delle autorità preposte, dalla FIGC agli assessorati dello Sport di ogni ente istituzionale. 
Ripeto da tempo con insistenza che il grande problema sono gli adulti. Spesso e volentieri non ci riescono a essere maturi, a svolgere il loro ruolo senza “cannibalizzare” quello di altri. Preferiscono fare o dire cose su cui non si ha alcuna competenza. Il papà deve fare il papà e il mister deve fare il mister. Altrimenti si creano confusione e problemi, tanti problemi. È chiaro, ma non per tutti. Occorre educare gli adulti e tornare ad esaltare i sani principi di questo sport tanto amato quanto popolare. (continua)

mercoledì 6 dicembre 2017

Investire sui vivai per cambiare davvero

Servono educatori, figure professionali di alto livello per formare gli adulti che hanno responsabilità sui giovanotti che frequentano le società calcistiche. 
Urge tornare ai veri e sani valori dello sport, aprire la strada ai talenti. Urge cambiare tutto, a partire dalle società dilettantistiche che spesso in questi anni hanno utilizzato i ragazzini solo per fare cassa con le iscrizioni a vantaggio della prima squadra. Urge cambiare mentalità nelle professionistiche, dove già dalle giovanili si preferisce formare centinaia di stranieri e non gli aspiranti calciatori italiani. 
In altre parole sarebbe opportuno, come hanno scritto e detto esperti e figure popolari del calcio, lavorare seriamente sui vivai. Se amiamo il calcio e vogliamo bene ai nostri ragazzi sarebbe opportuno iniziare a dare risposte concrete a queste emergenze. Alla prossima seduta.